Municipio
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Storia del Comune
Il Comune di Sant’Antonio Abate è situato nella pianura sovrastata dai Monti Lattari e si estende nella sua parte centrale e in quella occidentale nell’entroterra stabiese (Ager Stabianus) e sul proprio versante orientale nell’agro nocerino-sarnese.
Le origini amministrative sono piuttosto recenti. Sant’Antonio Abate è divenuto comune autonomo nel 1925, distaccandosi formalmente solo nel 1929 dal Comune di Lettere (di cui in precedenza è stata una frazione).
Da diversi studi è emerso che il territorio abatese è stato abitato, sin da epoche remote, da popolazioni indigene e di origini indoeuropee, tra cui gli Opici, gli Osci, gli Etruschi, i Greci, i Sanniti ed i Romani. La presenza di quest’ultimi è ben documentata dalla Villa rustica di via Casa Salese, rinvenuta nel 1974, risalente all’età augustea-tiberiana e abbandonata con molta probabilità in seguito all’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.
Per quanto riguarda la storia successiva, di particolare importanza è stato lo scontro finale della guerra Gotico-Greca (535-553 d.C.) avvenuto durante la battaglia dei Monti Lattari (ottobre 552-febbraio 553 d.C.), che ha decretato la diaspora dei Goti e la morte del loro re Teia, avvenuta molto probabilmente proprio in territorio abatese ed il cui corpo, si narra, fu buttato in un pozzo situato nella località a tutt’oggi denominata Pozzo dei Goti, al confine tra Sant’Antonio Abate ed Angri.
Dopo un lungo ed oscuro periodo durato all’incirca fino all’anno Mille, il territorio abatese ha conosciuto poi una graduale ripresa economica grazie soprattutto alla progressiva bonifica delle zone paludose, un tempo molto estese, presso le quali intorno al XV secolo si è avuta la nascita delle prime masserie che hanno costituito il nucleo originario dell’antico “Borgo di Sant’Antuono”.
Tra le testimonianze artistiche ed architettoniche occupano una posizione di preminenza la Chiesa di Sant’Antonio di Vienne, meglio nota come Congrega dell’Immacolata, contenente due affreschi del pittore Galizia di Nocera, e la Chiesa parrocchiale di Sant’AntonioAbate, eretta nell’Ottocento e dove sono conservati un pulpito di legno pregiato.
Dalla sua fondazione il comune abatese si è poi sviluppato in maniera graduale, fondando la sua ricchezza sull'agricoltura e poi sulle attività ad essa connesse. A partire dalla metà del '90 l'economia di Sant'Antonio Abate si è poi concentrata soprattutto sul settore industriale della trasformazione del pomodoro e delle colture specializzate in serre che hanno comportato anche lo sviluppo delle attività del terziario.
La sua posizione geografica rende il territorio abatese un ottimo punto di partenza per le principali mete turistiche sia della provincia di Napoli (tra cui la città partenopea, Pompei ed i comuni della Penisola sorrentina) sia della provincia di Salerno (dalla città capoluogo ai diversi comuni della Costiera amalfitana).
Va aggiunto che nel corso di ogni anno si svolgono a Sant’Antonio Abate diversi eventi che riflettono la cultura, le tradizioni, la religiosità, lo spirito di solidarietà e di amicizia degli abatesi. Ne sono significativi esempi:
▪ Sagra della Porchetta e Fiera Città di Sant’Antonio Abate (la prima dal 1978 e la seconda dal 1996 in concomitanza con la festa del Santo Patrono del 17 gennaio);
▪ Carnevale Abatese (dal 1977 e tra i più rinomati della provincia di Napoli);
▪ Fiorinfesta Expò (dal 2009 in collaborazione con gli operatori campani del settore florovivaistico, uno dei principali dell’economia abatese);
▪ Di Vin Castagne (dal 2011, durante il periodo autunnale, una delle sagre di maggior richiamo del circondario, basata sul binomio vino-castagne, ma aperta alla promozione di tutti i prodotti tipici nostrani);
▪ Sagra della Pasta e Fagioli (organizzata dal 1985, solitamente ad inizio estate, presso il vecchio borgo di Casa D’Antuono);
▪ Maratonina Città di Sant’Antonio Abate (inserita dal 2000 nel programma della festa del Santo Patrono ed ormai uno degli appuntamenti più noti per gli appassionati del podismo in Campania)
▪ le varie feste rionali promosse dai comitati legati alle diverse chiese territoriali (S. Maria Rifugio dei Peccatori in località Salette, Gesù Redentore in località Pontone, Santuario San Gerardo Maiella in via Casa D’Auria, Parrocchia Maria SS. del Buon Consiglio, Santuario Gesù Bambino in via Casa Russo).